Antigone o Creonte

uno spettacolo ideato, interpretato e diretto da Julia Borretti e Titta Ceccano
scene e luci Jessica Fabrizi
ceramiche di scena Laura Giusti_Laghirà
una produzione Matutateatro/Mat spazio_teatro
con il sostegno di ARTè Teatro stabile d’innovazione_Teatro Mancinelli di Orvieto

“Lei ora ha scelto. Ha ribadito la sua scelta. E’in attesa.

Attende il confronto, l’epilogo di un’esistenza senza compromessi,

come si dovrebbe essere capaci noi, a dire a fare a reagire a gridare.”

 

La storia di Antigone, la figlia di Edipo, la ribelle che decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re di Tebe Creonte, ci dà l’occasione di indagare, ancora una volta come una naturale prosecuzione di “Macellum”, sulle molteplici letture della verità e della giusta giustizia. Si è messi di fronte alla difficile scelta di prendere o le parti della giovane donna che seppellisce il fratello ignorando la volontà del re, per altro suo zio, o quella del re che fa rispettare la legge a costo di intaccare la propria quiete familiare.

Questa messa in scena che si nutre del classico sofocleo, della versione novecentesca di Anouilh e di quella cinematografica della Cavani si apre ai linguaggi della contemporaneità innestando nella trama riflessioni sui tempi che viviamo, amplificando così il valore politico dell’opera.

Antigone parla di noi, della nostra società in vetrina, di noi in mostra, è l’immagine algida di una umanità messa in svendita da chi detiene il potere, è un atto d’accusa verso una società che soffoca i propri figli. In scena solo Antigone e Creonte, in un gioco a forzare le regole dentro e fuori il teatro.

“Non appena si entra in sala sembra di essere finiti in un quadro di De Chirico: in una scenografia buia e imprecisata, l’elemento antico convive in modo arbitrario con il moderno […] Mentre la sagoma di Creonte.

Immobile di fronte a una televisione vuota, Antigone – vestita di un bianco candido e microfono alla mano, al contempo coreuta antica e corista moderna – si muove con passo calibrato in questo luogo dai tratti surreali e vagamente erotici […] Gli attori si rincorrono, si stringono in modo violento e si guardano negli occhi con l’ostinazione di chi vuole far prevalere le proprie ragioni; affrontano con trasporto queste parole carnali e affilate, capolavoro di pathos e introspezione, che scavano nella fragilità di Creonte come nella forza sconsiderata di Antigone.  Una lotta fra dicotomie insanabili destinate entrambe alla distruzione.”

[Sarah Curati su Paper Street]

Disponibile anche in una versione per siti archeologici e spazi non teatrali.