Duecento Decibel

di e con Elena Alfonsi, Alessandro Balestrieri, Andrea Zaccheo

musiche di Riccardo Romano e Alessandro Balestrieri

Viviamo in tempo di guerra. Lo sappiamo ma non ce ne curiamo. Viviamo dalla parte fortunata del mondo, assorbiamo notizie di morti ammazzati e annegati davanti alla tv mentre mangiamo i nostri piatti sempre colmi. Non stiamo facendo niente. Ma cosa possiamo fare?

Esiste un grande “gioco” chiamato GUERRA che si ripete, in ogni epoca, da sempre, in luoghi diversi, con protagonisti differenti ma sempre con le stesse regole, le stesse dinamiche. I protagonisti sono sempre tre: chi prende le decisioni, i POTENTI; chi le subisce, le VITTIME; chi guarda da lontano, gli SPETTATORI. E la ruota gira. Chi era vittima può diventare potente, chi era potente può diventare spettatore, chi era spettatore può improvvisamente ritrovarsi vittima. È un gioco infinito, che va avanti da secoli, millenni. Ci giochiamo anche noi.

 

Siamo partiti da un lavoro di indagine quasi giornalistica. Abbiamo iniziato a raccogliere testimonianze. Storie di uomini e donne sopravvissuti ai conflitti più disparati.

Sono state il nutrimento che ha fatto germogliare i testi per le VITTIME: un ragazzo, un padre, una fotoreporter. Tre storie accomunate dalla sofferenza che diventano archetipo di tutte le atrocità subite dagli esseri umani nei vari conflitti.

Attorno a loro abbiamo costruito le grottesche figure dei POTENTI le quali incarnano un immaginario cinematografico, legato ad una cultura di massa. Sono dei sadici pagliacci che si divertono indisturbati a giocare con i loro “giocattoli” a spesa delle VITTIME. Gli SPETTATORI infine chiudono il cerchio. Siamo tutti noi, tutti quelli che guardano – o hanno guardato in altri periodi storici – da lontano, distrattamente, le sorti di un conflitto senza mai porsi delle domande. «Il

rischio, se non ci impegniamo in un serio tentativo di analisi, è che un giorno o l’altro la guerra ci sorprenda incapaci non solo di agire, ma persino di giudicare» (Simon Weil, Riflessioni sulla guerra)

Il progetto si avvale di una drammaturgia originale ma anche di musiche originali composte di pari passo ai testi per uno spettacolo dalla vocazione musicale. Il titolo è chiaramente un rimando al suono. 200 decibel è l’intensità media del suono prodotto dallo scoppio di una bomba. Un suono che non è suono poiché supera la soglia umana del dolore (120dB); non si tratta più di un’onda sonora ma di un’onda di shock alla quale l’essere umano non può sopravvivere.